Complesso LE AQUILE

Racconto di Bruno Bizzi

Nel lontano 1965, io (Bruno Bizzi), insieme a Francesco
Sarti e Roberto Marini, ci divertivamo a suonare la musica di quel periodo;
Francesco e Roberto suonavano la chitarra e io, ancora sprovveduto, suonavo con
le bacchette un tamburello da ping-pong, appoggiato su un piccolo portavasi di
ferro pieghevole. Visto che la cosa era molto piacevole, decidemmo, dopo aver
imparato diverse canzoni, di lanciarci, anche se un po incoscienti, a suonare
davanti a un pubblico. Ma come fare…. e ci venne l’idea di far sentire a
Eraldo, gestore del Bar centrale di Sorano, di come suonavamo e se potevamo
fare qualche serata nel piazzale adiacente il bar stesso. Dopo un po’ di
ascolto ci disse che potevamo provarci e fu così che iniziammo la nostra
avventura.Ma la cosa non fu semplice; come fare per i microfoni e il mixer:
ricorremmo alla sede del PCI di Sorano per farci prestare 2 microfoni e
l’amplificatore per gli stessi che loro usavano per fare i comizi  elettorali; e la batteria? Venimmo a
conoscenza che Gianfranco Ribichini (batterista delle Anime Dannate di
Pitigliano) aveva acquistato una nuova batteria e che quella vecchia l’avrebbe
venduta; soldi non ne avevamo ma con fiducia ci disse di prenderla e
pagargliela a rate, e così facemmo. Premetto che la batteria io non l’avevo mai
suonata e la prendemmo la sera prima dell’esordio.

Dovevamo dare un nome al
nostro gruppo e all’unanimità lo chiamammo “THE EAGLES”. Grazie alla collaborazione di Giuseppe Pellegrini che nella
parte visibile della cassa disegnò una grossa aquila e inserì la scritta “THE
EAGLES”

La prima serata andò molto bene anche se ci fu qualche piccolo intoppo: a Francesco, mentre cantava, avendo l’asta che fissa l’altezza del microfono un po’ spanata, ogni tanto gli cadeva giù il microfono e doveva rialzarlo; io invece arrancavo molto per arrivare a suonare con il pedale sulla cassa (mai provato prima). Nella seconda e terza serata venne a suonare con noi Carlo Movarelli con una tastiera: la suonava discretamente visto che suonava spesso l’organo in chiesa; ma parlando tra di noi, si disse che era più necessario avere un altro componente che suonasse il basso. Tra i nostri amici c’era anche Giovanni Crisanti che, saputo della necessità di una bassista, disse che avrebbe scritto ad un suo benestante zio in America per farsi mandare i soldi per acquistarlo e quindi venire a suonare con noi. Noi non credevamo che ciò fosse possibile, invece dopo circa un mese dall’invio della lettera, lo zio inviò i dollari necessari per l’acquisto del suddetto strumento. A questo punto il gruppo era completo e quindi trovammo una stanza dove provare: ci fu data la casa al Ghetto del povero Palarchi dove gli pagavamo solo la luce. Da allora facemmo diverse altre serate, sia da Eraldo che all’Elmo. Durante le nostre prove, ogni tanto veniva a sentirci Marino (Nino) Marini, il fratello di Roberto, gli piaceva suonare il basso e Giovanni spesso, da amico, acconsentiva a ciò. Altre serate furono effettuate fin quando Giovanni, per impegni personali, non poteva più venire con noi e quindi dovemmo fare una proposta a Nino che accettò.

Ora però si era verificato un altro inconveniente: nel periodo invernale Francesco non poteva venire a suonare con noi in quanto studiava a Grosseto; dovemmo allora contattare Franco Rossi (il figlio del mugnaio) e sapere se era disponibile per il periodo anzidetto venire a suonare con noi, ed accettò. L’estate successiva suonammo di nuovo insieme a Francesco fino al mese di settembre. Dovendo ora riaffrontare di nuovo il periodo invernale, e non avendo più la disponibilità di Franco, contattammo Egidio Gallozzi che stava a Roma (detto “a gora” poiché si era trasferito a Roma con la sua famiglia e due giorni dopo, ritornato a Sorano, già parlava romano) il quale accettò. Certo per lui era un gran sacrificio venire quasi ogni settimana e Sorano e quindi trasferirci nel posto in cui dovevamo suonare e, il giorno successivo, ritornare a Roma. Anche lui suonò con noi tutto il periodo invernale e fino all’estate dove ritornò il nostro Francesco. Ma a questo punto una nuova difficoltà si presentava nel nostro gruppo: Francesco, una volta finita l’estate, anziché tornare a studiare a Grosseto, fu mandato dal padre a studiare a Genova dove c’era un suo zio e quindi dovevamo cercare un’altra persona per sostituirlo; sentite alcune persone disponibili, riconoscemmo che la più indicata per il nostro gruppo fosse Arnaldo Biondi di Sovana, anche lui bravo a suonare la chitarra. Molto appassionato al gruppo, decise di imparare a suonare la tastiera e quindi lasciare momentaneamente al chitarra; cosa che avvenne con molto successo e per tutto il periodo invernale.

L’estate successiva ritornò Francesco che vuoi per gli studi, vuoi per i sacrifici che sostenevamo per ogni cambiamento di elementi, disse di continuare noi con il gruppo così formato e che lui avrebbe lasciato. E così procedemmo, migliorandoci con il tempo sempre di più , suonando in molti locali della provincia di Grosseto e Viterbo, arrivando persino a suonare anche al Parco dei Capenti ad Arcidosso (posto in cui andavano gruppi o cantanti molto bravi); ma un giorno, anche se avevamo fissato delle date con il proprietario dei Capenti, Nino, il bassista, ci abbandonò (per amore) e quindi dovemmo ricorrere per gli impegni presi a sostituire Nino, per quel periodo invernale credo del 1967-1968, prima con Valerio Bucciotti, poi con Brunello Manini e infine con Roberto Salvini ( tutti e tre erano componenti del gruppo Le Anime Dannate di Pitigliano). Ma poiché non era una cosa stabile, decidemmo, su consiglio di Arnaldo, a far entrare nel gruppo Giorgio Merli, anche lui di Sovana. Quest’ultimo fu molto capace a sostituire il bassista Nino e quindi divenne il quarto componente effettivo del gruppo The Eagles. Ogni giorno che passava eravamo sempre più affiatati tra noi finchè un giorno, verso la metà dell’anno 1970, ci sentì un certo Redo Lucchetti di Capalbio ed essendogli molto piaciuti, ci disse se eravamo disposti ad incidere un disco che lui avrebbe prodotto e sponsorizzato. La cosa fu molto allettante e senza farcelo dire due volte, decidemmo di affrontare questo progetto insieme a lui. Ci fornì le tracce delle due canzoni da sviluppare oltre alle parole delle stesse. Ci dammo molto da fare e a metà dell’anno 1971 eravamo pronti e quindi andammo a Roma per la registrazione. Nella parte A del disco incidemmo: SONIA e nella parte B: E’ LEI. Il nostro Direttore Artistico era il Maestro Bertolazzi, che in quel periodo era sempre in televisione sulla RAI come maestro d’orchestra; mi dimenticavo, fu allora che cambiammo anche il nome del gruppo da THE EAGLES con LE AQUILE. Da quel momento, che sembrava un sogno, sentivamo il nostro disco alla radio, su Radio Montecarlo ed altre radio locali….. che bello. Andammo successivamente a fare anche un provino alla Fonit Cetra, dove incidevano in quel periodo i New Trolls, ma sfortunatamente non ci presero. Dopo circa un anno e cioè nel 1972 ritornammo nuovamente in sala di incisione dove registrammo la parte A del secondo disco cioè IL TUO SPLENDIDO AMORE, mentre la parte B doveva essere fatta nella primavera dell’anno 1973.

Ma proprio nell’anno 1973 ci fu un altro sconvolgimento nel gruppo. io, avendo trovato lavoro e per dei motivi personali decisi di lasciare il gruppo. Al mio posto subentrò a suonare la batteria Antonio Merli e quindi lo stesso si recò con gli altri a Roma ad incidere la parte B del disco e cioè AGNUS DEI. Antonio suonò fino alla fine del 1973 ma per motivi di servizio militare dovette lasciare il gruppo. Per non sciogliere Le Aquile, fui richiamato a suonare per tutto il 1974 dove rimasi fino alla fine dell’anno quando ritornò Antonio. Verso la fine del 1975 o gli inizi del 1976, non so per quali motivi, il gruppo si sciolse e quindi vennero a cessare definitivamente le famose Aquile.

Ancora oggi ricordo che, aver suonato nelle Aquile, è stata una cosa bellissima, specialmente in quegli anni della mia giovane vita.